Qualche idea sugli Oscar 2015 – pt. I

Domenica 22 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles verranno assegnati i Premi dell’Academy Award, ossia gli Oscar.
I diritti italiani dell’evento li possiede Sky, che però – come già sperimentato con altri programmi quest’anno (X-Factor) – trasmetterà anche in chiaro attraverso il suo canale del digitale terrestre, Cielo, a partire dalle 23.00.

Per chi non si ricorda, o non sa, come si assegnano i premi e da chi, cioè che cos’è l’Academy, qui c’è un bel riassunto.
I film più candidati sono Birdman di Inarritu e Budapest Grand Hotel di Wes Anderson, con nove candidature. Imitation Game ne ha otto, Boyhood e American Sniper ne hanno sei.

Due dei quattro redattori di questo blog (ovvero quelli che parlano di cinema) hanno scritto qualche commento alle quattro macrocategorie di premi: i premi più tecnici; regia e sceneggiatura; i premi agli attori e il premio principale: quello al miglior film.
In questo post ci sono le prime due; in un secondo post verranno le commentante le restanti.

OSCAR TECNICI

Simone Muraca
Fotografia: mi piace notare come tra i candidati della categoria c’è il film polacco Ida (candidato come miglior film straniero – ne avevo scritto in questo pezzo, in fondo. È un film in bianco e nero, e fare questa scelta, data la fedeltà e la qualità dei colori che le telecamere riescono a garantire oggi, equivale a giocarsela in un terreno molto più limitato. Non si può strafare. È sempre premiata la scelta, nel senso che entrare nella cinquina è comunque un ottimo riconoscimento; l’anno scorso accadde una cosa simile per Nebraska, film di Payne in bianco e nero, che entrò in cinquina e poi non vinse. Nemmeno quest’anno vincerà un film in bianco e nero. Il favorito è il vincitore del 2014 Emmanuel Lubezki, direttore della fotografia messicano che l’anno scorso vinse con il film Gravity del suo amico e conterraneo Cuaron. È in assoluto il responsabile di alcune delle fotografie più belle degli ultimi anni (The tree of life, 2011). Quest’anno, in accordo anche con i premi che sono stati già assegnati, dovrebbe replicare il premio con Birdman, dell’altro grande regista messicano Inarritu. È il direttore della fotografia che preferisco in assoluto. Fosse per me gli dare il premio anche per il video del battesimo di suo nipote.

Per quanto riguarda il montaggio tutti i film nominati ne hanno fatto una loro forza. Il montaggio da il ritmo, e di ritmo, tutti e cinque, ne hanno da vendere. Potrebbe vincere Boyhood, per il fatto che sono state montate scene girate a distanza di molto tempo (il film è fatto nel corso di dodici anni). Bisogna essere parecchio bravi per riuscire e Sandra Adair, la editor di Boyhood, è stata pazzesca. Nei BAFTA (gli oscar inglesi) però ha vinto Whiplash. È un altro piccolo capolavoro di ritmo, essendo poi legato al film stesso, che tratta anche di musica jazz e di batteria. Io premierei questo, che dovrebbe vincere poi anche come miglior sonoro.

Scenografia e costumi dovrebbero premiare Budapest Grand Hotel (i cui costumi sono dell’italiana Milena Canonero), come accaduto ai BAFTA.

Sulla colonna sonora: ci sono nominati due mostri sacri. Uno è Alexandre Desplat, che ha collezionato otto candidature ma non ha mai vinto e quest’anno è candidato addirittura con due film (Budapest Grand Hotel e The Imitation Game). L’altro è Hans Zimmer, il famoso compositore di molti dei grandissimi successi commerciali degli ultimi anni, padre putativo di quella musica definita “alla Inception”. Candidato con Interstellar, di Christopher Nolan. Ma la colonna sonora secondo migliore è quella dell’islandese Johansson (La teoria del tutto). Musica bellissima, molto più minimale rispetto alle altre, sulla falsa riga delle colonne sonore scritte da Rachel Portman.

Vincenzo Sangalli
Iniziamo male, malissimo. Amo definirmi sordo, la verità è più simile al fatto che le mie capacità uditive sono paragonabili a quelle di un bambino: mi attirano i ritmi decisi, incalzanti e tutto il resto è noia. Non fatemi mai ascoltare il miglior gruppo indie rock del vostro condominio o qualsiasi unità di zona d’appartenenza abbastanza piccola a piacere, mi fa schifo, perché sono uguali a tutti gli altri. Insomma, penso di essere il migliore per stabilire quale sia la colonna sonora migliore.
Questa categoria è una casta, i soliti noti hanno collezionato svariate nomination e almeno una volta è toccato o toccherà a loro vincere, Hans Zimmer (Interstellar) c’è già riuscito e Alexandre Desplat (The Grand Budapest Hotel e The Imitation Game) ci proverà quest’anno. La sorpresa, e il favorito, è Johann Johansson (La teoria del tutto), e per me lui è, insieme a Zimmer, chi lo merita, anche se preferisco il lavoro fatto su Interstellar, in cui pure i silenzi sono parte integrante del tutto.

Costumi vince Grand Budapest Hotel, e basta. Renzi ha già pronto lo spot, “Italia paese da Oscar, grazie e tanti saluti alla Canonero. Non abbiamo tempo di festeggiare, ora le riforme”.
Scenografia come sopra, e poi io ho visto solo quello, perché ho visto anche Maleficient, ma Maleficient non è un film.

Fotografia, si comincia a fare sul serio. Mike Leigh e Dick Pope (Mt.Turner) sono una coppia di fatto da più di vent’anni, Pope è già stato nominato senza vincere per The Illusionist, la storia dovrebbe ripetersi anche col suo compagno al fianco. Perchè? Perchè il grande favorito è Lubezki (Birdman). Non è un caso se gente come Cuaron, Malick o Muraca lo preferiscono a tutti gli altri. Personalmete sono curioso di vederlo con la sua fotografia nitida e pulita nel prossimo The last days in the desert. Come lo si fa un deserto senza sabbia e polvere?

E adesso si parla male male di Boyhood, montaggio. No dai, non ancora, non ancora. Lo penso davvero, tutti film in gara hanno tutto un buon motivo per essere candidati.
The imitation game lavora su tre filoni temporali distanti almeno dieci anni gli uni dagli altri e scorre senza problemi, un buon lavoro mal supportato dalla sceneggiatura che regala un solo colpo di scena, inefficace, facendo perdere senso alle scene riguardo la gioventù di Turing. American Sniper assomiglia nella struttura a The Hurt Locker, ma vale di meno sotto ogni pnto di vista, pure il montaggio, non vince. The Grand Budapest Hotel è un film di Wes Anderson.
Rimangono Boyhood e Whiplash. Il primo mette sempre davanti a sè quel ritornello del “è girato in dodici anni” che moltiplica, o divide, il coefficiente di difficoltà per gli anni che ci sono voluti a girarlo. Il secondo, e questo dice molto su quel che ne penso io sull’altro, è il migliore e dovrebbe vincere. Un montaggio moderno, puntuale e preciso che non scade nel didascalico, davvero impressionante.

REGIA E SCENEGGIATURA

V.S.
Regia. Manca Gone Girl, manca qui, manca in Miglior film, manca dovunque. E c’è Tydlum (The Imitation Game), shame on you Academy! Se la giocano Linklater (Boyhood) e Inarritu (Birdman); Anderson(The Grand Budapest Hotel) dietro perché è candidato più per i suoi meriti indiscussi più per il fatto che piaccia davvero a chi deve giudicare.
Io lo dò dieci volte su dieci a Inarritu, perché il suo unico piano sequenza non è un virtuosismo fine a se stesso, altrimenti avrebbe fatto come i pochi prima di lui e avrebbe girato un vero e proprio unico piano-sequenza. Qui si parla di un film in piano sequenza sul teatro, in cui vale il principio “buona la prima!” e non c’è spazio per un secondo ciak. C’è un’idea di valore, e questo vale più di alcune ripetizioni che sarebbero potute essere evitate. Boyhood “è girato in dodici anni”.

A me capita spesso di pensare, guardando un film dalla sceneggiatura non originale, che la storia valga molto più del film. Il caso è quello di Argo, ad esempio, o di The Imitation Game o La Teoria del tutto. Eastwood (American Sniper) la storia di Kyle se l’è inventata, l’ha riscritta completamente, al massimo dovrebbe vincere la sceneggiatura originale.
Rimane Whiplash. E perciò vince lui. Ma dov’è Gone Girl?

Miglior sceneggiatura originale è il mio premio favorito, chi lo vince per me quasi sempre deve vincere il Miglior film. Non quest’anno.
Senza nulla togliere a Birdman, ottimo, geniale a tratti, io in questa categoria mi prendo una responsabilità enorme e preferisco Boyhood. Sono pronto a dirlo mille volte, non succede niente e se qualcosa succede poi succederà ancora una volta prima della fine. Viva l’originalità direte, ma questa è la vita e il film, che “è girato in dodici anni”, ha la sfacciataggine di voler dire qualcosa sulla vita. E se Boyhood vuole portare avanti una qualsiasi pretesa di realismo, di aderenza alla realtà, beh, ci ha preso in pieno.

S.M.
La regia se la giocano in tre. Inarritu (Birdman), Linklater (Boyhood), Wes Anderson (Budapest Grand Hotel). Partendo dall’ultimo direi questo: Anderson si è inventato un modo di fare i film che prima non c’era. Gli va riconosciuto, rispetto poi all’effettivo apprezzamento estetico che uno trae dai suoi film. Questo però non legittimerebbe un Oscar. Questo Budapest non è registicamente diverso dagli altri suoi film. Premiarlo adesso aprirebbe il dubbio sul perchè proprio ora. Perchè non prima? In più l’Academy, storicamente, predilige regie più classiche. Questo è il motivo che fa pendere l’ago della bilancia verso Linklater e il suo Boyhood. Inarritu è stato un grande sperimentatore con il suo Birdman. Girato tutto in unico piano sequenza, con un montaggio invisibile, si è posto come outsider, come eccesso, forse, di virtuosismo. Linklater, oltre a rispettare il gusto stilemico tradizionale dell’Academy (negli ultimi due anni hanno vinto Ang Lee e Alfonso Cuaron con film tradizionali come Vita di Pi e Gravity) ha dalla sua il merito di aver gestito la complessità del fattore tempo, di mantenere una coerenza incredibile in una lavoro lungo ed enorme.

Penso che un buon film parta essenzialmente da una buona scrittura. Lo dimostrano gli esempi. Un film scritto molto bene con una regia di servizio è un film che fa successo. Un film scritto male è quasi sempre una schifezza (non in termini di pubblico, vedi le Cinquanta Sfumature, ma quella è un’altra storia).
Ci sono due film che sono scritti decisamente meglio di tutti. Uno è Birdman e l’altro è Whiplash. Hanno la fortuna di concorrere in due categorie diverse: Birdman è una sceneggiatura originale; Whiplash no (in realtà si, infatti ai Bafta concorreva come originale, ma è una storia lunga). Dovrebbero vincere loro. Il dubbio nasce dal fatto che Budapest Grand Hotel ha vinto ai BAFTA come miglior sceneggiatura originale. Potrebbe ripetersi a scapito di Birdman, speriamo di no.

Continua…

oscars-2015

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