L’ultimo sole d’Europa

Pessoa amava la luce di Lisbona. Amava i colori che questa città sfrangia, quando la luce picchia sopra i muri, i tetti e le strade della città. Li amava Pessoa e tutti i suoi eteronomi: Ricardo Reis, Bernardo Soares, Alberto Caeiro, Álvaro de Campos. Vecchia storia dell’identità di quello scrittore inquieto. Che però, con quella luce, inquieto non era mai. Sempre prima, o dopo. È … Continua a leggere L’ultimo sole d’Europa

Storia di un’andata

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Sono le quattro di un sabato pomeriggio. Le strade sono deserte e arrivo alla stazione dei pullman di Lampugnano in meno di dieci minuti. Mi accompagna un mio amico, quando arriviamo fa il giro per abbracciarmi. Sei matto, dice. Ma se non lo fai tu non lo fa nessuno.
Non parto per un lungo viaggio, anzi. Parto per 46 ore, di cui più della metà di strada. Andata e ritorno, giro di boa sarà Parigi, poco più di 12 ore, dalla mattina alla sera. Continua a leggere “Storia di un’andata”

La democrazia sta fallendo?

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Il referendum inglese del 24 giugno ha aperto una grande quantità di dibattiti, tanto sul futuro quando sul passato. Cosa succederà tra l’Unione e il Regno Unito, che sviluppi ci saranno per noi singoli cittadini, ivi comprese un po’ di paranoie da isterismo giornalistico un po’ affrettato, come il perentorio avviso de La Stampa di dimenticarsi l’Erasmus a Londra, come se oggi si potesse andare in Erasmus solo nei paesi membri, e non, per esempio, a Oslo o Istanbul. Continua a leggere “La democrazia sta fallendo?”

Storiedaraccontare #1 – Una ragazza parte per la Cina

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Dio creò l’uomo perché gli piacciono le storie” da Le porte della foresta, Elie Wiesel

Comincia con questo articolo una nuova rubrica del nostro blog che raccoglie storie che devono essere raccontate. Vogliamo parlare di storie vere: vissute, ascoltate, lette o caduteci nelle mani all’improvviso. Vogliamo parlare di storie, piccole tendenzialmente, ma stra-ordinarie, che lasciano il segno. Vogliamo innanzitutto raccontarvele.

La prima. Una ragazza parte da sola per la Cina e ci resta per cinque anni, per lavoro. Poi torna in Italia e mette su famiglia. Fin qui niente di strano, se non fosse che stiamo parlando del 1890. Continua a leggere “Storiedaraccontare #1 – Una ragazza parte per la Cina”

Alla ricerca dell’inizio perfetto: ma a chi importa?

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La prima frase di un’opera letteraria si dice sia importante: è come una promessa, una stretta di mano, un abbraccio, una chiave. C’è chi ha scritto libri sui libri e poi chi ha scritto libri sulle prime frasi dei libri. Esistono corsi universitari, giochi da tavolo, basati sulle prime frasi dei libri, ma soprattutto esistono libri che parlano di regole per scrivere le prime frasi dei libri. La prima frase di un’opera letteraria si dice che è come un biglietto da visita, se va bene potrebbe andare bene anche tutto il resto, se va male va male tutto, per certo. E’ quella frase che non costa fatica, che arriva subito e che a volte si sfrutta per fingere di averla letta tutta quell’opera. E’ quella frase che si dimentica subito. E’ quella frase che gli editori analizzano per decidere se l’ultimo dei millemila mediocri autoruncoli esordienti possa vedersi spalancata la porta della pubblicazione oppure la cartella “cestinato”. Continua a leggere “Alla ricerca dell’inizio perfetto: ma a chi importa?”

Leggere per incontrare qualcuno

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Che cosa ci fa dire di uno scrittore che è un bravo scrittore? Molte cose, probabilmente molte cose diverse perché siamo lettori diversi. Per me un metro di misura della bravura di uno scrittore è il modo in cui crea i suoi personaggi, uno degli aspetti più difficili per chi prova a scrivere. La verità banale è che il personaggio, per quanto prodotto letterario da interpretare, non può che interagire nella costruzione della sua identità con la persona, con la verosimiglianza. La verità è che leggiamo perché ci interessa la storia di qualcuno. Ogni vicenda per quanto strabiliante, non sarebbe emozionante per davvero se non fosse perché riguarda qualcuno in particolare. La storia attrae il lettore proprio perché è la storia di qualcuno, di un suo alter ego. Leggiamo perché attraverso il personaggio vediamo il mondo con altri occhi, viviamo un’altra esperienza. Leggiamo perché leggendo possiamo contemporaneamente guardare da una prospettiva diversa e capire cosa si prova, fingere e essere consapevoli, essere protagonisti e testimoni, coinvolti eppure distaccati. E questo grazie al personaggio, che tra l’altro mostra di sé facce diverse a seconda del lettore che ne legge la storia e può aver bisogno di tempo per farsi conoscere intimamente e forse mai completamente. Ecco perché è notevole la quantità di esperimenti che chi scrive fa nella creazione dei suoi personaggi. Perché c’è sempre da tenere in mente che il lettore per prima cosa si confronta con loro, siano essi i protagonisti o soltanto comparse: un particolare incontro domina la natura comunicativa del romanzo, quello tra il lettore e il personaggio. Un incontro che può avvenire nei modi più disparati: il divertimento di chi scrive e il piacere di chi legge. Continua a leggere “Leggere per incontrare qualcuno”

E’ la letteratura, bellezza

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Vien normale, ad un certo punto della vita di un lettore, che ci si chieda un po’ il motivo per cui lo si fa. Non vale solo per i lettori e il leggere, certamente. Vale per tutte le persone che fanno gesti che si ripetono nel tempo. Capita a chi viaggia molto, per esempio, e tendenzialmente capita che la geografia di questa domanda esca fuori insieme agli altri compagni di viaggio e che poi si cerchi di rispondere insieme. Continua a leggere “E’ la letteratura, bellezza”

Distillato di un romanzo, ovvero come derubare un lettore

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Abbiamo tenuto inalterata l’atmosfera, le emozioni, la suspense e lo stile dell’autore: in questo modo a voi rimane solo il piacere di una storia senza tempo, goduta istantaneamente.” Ecco il primo ossimoro: una storia senza tempo, goduta istantaneamente. Tutto questo si legge sulla homepage del sito della casa editrice Centauria, del gruppo RCS, a proposito di un nuovissimo prodotto lanciato sul mercato il 29 dicembre scorso, per ora solo in edicola, ma presto anche nelle librerie, e insieme lo slogan: “Abbiamo ridotto le pagine, non il piacere“. Si sta parlando dei Distillati. Ed essendo Centauria una casa editrice non si tratta di grappe, ma di libri. Libri distillati. Continua a leggere “Distillato di un romanzo, ovvero come derubare un lettore”

NOVANTA – The magic box, Gianfranco Zola

di Roberto Signorelli,
scritto a quattro mani con Vincenzo Sangalli.

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Londra, Febbraio 2008. Visitavo Stamford Bridge, la casa del Chelsea, seguendo un meraviglioso tour guidato.
Dentro lo spogliatoio ci mostrano le maglie dei giocatori. La 8 di Lampard, la 7 di Sheva, la 11 di Drogba. Poi la guida si sofferma sulla maglia del capitano, la 26 di John Terry.
7, 8, 11 sono tutti numeri convenzionali, associati ad un preciso ruolo in campo.
Nella mente di tutti la domanda è spontanea, perché proprio quel numero? Perché il 26?La guida lo spiegò con una incredibile semplicità: il difensore inglese scelse quel numero ad inizio carriera, nel 1998, per potersi sedere di fianco a chi indossava la maglia numero 25. Chi? Gianfranco Zola.
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