
Steve McCurry – Afghanistan ’79 e le storie che devono essere raccontate (1/6)
Il pezzo che segue è il primo di una serie di sei articoli che verranno pubblicati sul fotografo americano Steve McCurry. Seguono la seconda parte – terza parte – quarta parte – quinta parte – sesta parte.
La prima foto è un affidarsi.
Si vedono tante persone di etnia Pashtun con il capo chino. Davanti a loro, a terra, una stuoia ricoperta di vecchi fucili sovietici. Al centro se ne riconosce uno tenuto insieme a fortuna, sperando che faccia il suo dovere quando la storia chiama e una battaglia, o l’atto di una resistenza, deve fare il suo corso. Ci sono più uomini che fucili. La foto è tagliata, il quadro è limitato. Ma è una realtà. Le armi non ci sono, non ancora; non una per ogni combattente. Ma arriveranno, ci sarà un alleato forte. Il più forte di tutti, che farà arrivare missili contraerei dal Pakistan, a dorso di mulo.
Le persone nella foto sono mujaheddin. I combattenti della jihad, della guerra santa islamica. Ma è tradizione di una vecchia stampa che dava poco conto alla terminologia specifica. Oggi dire mujaheddin è un cosa che inquadra un combattente verso un sistema di fondamentalismo che invece, dentro quella foto, è molto più sfumato verso l’appartenenza ad uno specifico territorio.
Dal 1973 l’Afghanistan è una repubblica. Traballante; sono gli anni settanta del comunismo mondiale. Infatti traballa un po’ troppo, zoppica, e poi quando cade sarà guerra. Invadono i russi, ancora. I comunisti d’Europa sono chiamati all’ennesimo atto di fede cieca verso un imperialismo rosso. Dopo la Polonia. Dopo l’Ungheria. Dopo la Cecoslovacchia.
I russi arrivano per combattere i mujaheddin, che quel governo repubblicano fantoccio russo non lo vogliono. Arriveranno anche gli Stati Uniti, ma dall’altra parte. Finanzieranno proprio coloro cui faranno una guerra all’inizio del millennio successivo, cosa che a guardarla oggi suona addirittura ossimorica. Nel frattempo, da una parte URSS, dall’altra USA. Una guerra tra loro, ma con pedine estranee, come fu la Corea nel ’50 e come fu poi il primo Vietnam. Continua a leggere “Steve McCurry – Afghanistan ’79 e le storie che devono essere raccontate (1/6)”