Raccontarsi male, essere peggio


Se ogni inchiesta sulla corruzione arrivasse a termine come dovrebbe, ogni volta sarebbe una nuova tangentopoli. Lo fece capire Gherardo Colombo, ex magistrato del pool di Mani Pulite, in una conferenza di qualche anno fa alla Statale di Milano.
La magistratura può fare quel che può, e certo non può salvare un Paese, al massimo può preservarlo. Superman la toga non se l’è ancora messa.
Dire che ogni inchiesta sulla corruzione scatenerebbe una nuova tangentopoli equivale a dire che l’eccezione fu proprio Mani Pulite, che per congiunzioni astrali e imbecillità criminali dei primi anelli della catena (tipo Mario Chiesa, uno che voleva far sparire una tangente di 7 milioni di lire in contanti buttandola nel cesso nel suo ufficio, tirando lo sciacquone) portano al terremoto del 1992 e seguenti.
Se l’Italia della corruzione non è una novità, l’Italia capofila della corruzione forse sì. Lo sappiamo da sempre, ogni volta ci meravigliamo. Peggio di noi, in Unione Europea, non c’è nessuno. Come noi sì, per essere esatti. Grecia e Romania ci contendono l’ultimo posto.
L’ha detto Trasparency International nel suo rapporto annuale sulla corruzione percepita. Prima noi ci sono tutti i paesi dell’UE; se si guarda alla classifica mondiale lo sconforto è se possibile maggiore. Siamo in coda a paesi come Bulgaria e Brasile. SudAfrica, Turchia, Macedonia e Oman; Rwanda, Namibia, Lesotho e Bahrein. Costa Rica e Bostwana. Così per fare un elenco senza citare i soliti capifila di tutte le classifiche politico-sociali (primi anche in questa) come i paesi scandinavi o la Nuova Zelanda.

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Una cantonata l’han presa anche lì a Trasparency però. Avrebbero potuto aspettare qualche giorno, gli impazienti burocrati non governativi (ma poi siamo sicuri che sono non governativi? Stanno a Berlino, gli incorruttibili, e vai a vedere che sotto sotto sono amici della Merkel che ce l’ha con noi da sempre). Aspettavano poco, dicevo, ed ecco che la nobile capitale del Belpaese, la Città Eterna, accorreva con i compiti fatti (inchiesta Mafia Capitale) ai compagni di classe bocciati per corruzione e infiltrazioni mafiose: Milano (Expo) e Venezia (Mose).
Ma non hanno avuto pazienza e il rapporto è uscito prima.

Rasenta il ridicolo ciò che ha detto il povero Presidente del Consiglio Matteo Renzi a Bersaglio Mobile del 3 dicembre. L’inchiesta su Roma Capitale era uscita ma era ancora in una fase preliminare. Carminati era stato arrestato solo il giorno precedente.
Dice Renzi sul rapporto di Trasparency:

Il punto centrale è che siamo percepiti [così corrotti, come dice il rapporto, ndr] perchè l’Italia racconta se stessa in un modo che non funziona.
Lo dice al minuto 4.35 di questo video.

Sia prima che dopo il luminare intervento analitico, Renzi cerca di arrabattare credibilità dicendo che non vuole certo negare che ci siano dei corrotti, ma via, mica così tanti come vogliono farci credere.
Invece sì, caro Presidente.
Loro ci han detto: siete i peggiori in Europa. Noi abbiamo risposto che non era vero, perchè a pari merito con noi ci sono Grecia e Romania. Quindi non siamo proprio gli ultimi, siamo ultimi in tre. Ma poi la risposta non ci sembrava soddisfacente e ci sentivano comunque dei perdenti. Guai a noi a perdere, i Mondiali brasiliani insegnano. È finita che pur di non dare ragione a Trasparency Int., gli abbiamo fatto vedere che si sbagliavano. Noi siamo molto peggio.

SrM

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